giovedì, maggio 26, 2005
Statuto
© srcurran
In uno scenario che vede l'ITC subire gli eventi invece di essere un attore del processo di cambiamento, nasce l'esigenza di riappropriarsi dell'orientamento del proprio destino. Forse si spiega in questo modo l'iniziativa del presidente ITC di mettere mano allo statuto.
Non giova pero' in questo quadro farraginoso e contraddittorio (vedi l'interrogazione presentata oggi) promuovere iniziative ancora meno "trasparenti". Quale obiettivo intende perseguire il presidente ITC? Rinnovare lo statuto di un ente funzionale in odore di dismissione? Oppure predisporre uno statuto per la costituenda fondazione? Entrambe le operazioni sembrano inconsistenti.
Il presidente ITC e' ad un bivio: deve decidere se coadiuvare il processo di riforma eterodiretto dall'assessore, oppure farsi interprete delle istanze di cambiamento promosse dai ricercatori (che non sono contro la riforma ma contro "questa" riforma).
Ora il presidente ITC e' in ferie. Speriamo che al suo ritorno abbia maturato la consapevolezza di aver ricevuto non solo un mandato dalla politica ma anche l'opportunita' di rappresentare piu' di trecento ricercatori.
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8 commenti:
A chi si mostrava scettico sulla strategia di dismissione operata dalla Provincia, segnalo sui quotidiani di oggi che dopo APT, ITEA, ITC, IASMA possiamo aggiungere anche il Centro Santa Chiara, anch'esso destinato a diventare fondazione. Esistono ancora dubbi sulle sorti degli enti di ricerca?
Le dimissioni di Molinari, prima consigliere ora sindaco di Riva, non vanno a vantaggio della ricerca. Si trattava di una delle poche (l'unica?) voci critiche all'interno della Margherita. Sarebbe interessante conoscere invece l'opinione di Giuseppe Zorzi, subentrato in Consiglio a Molinari. Qualcuno e' in grado di contattarlo e sollecitare una sua opinione sul disegno di legge 51/XIII?
L'impotenza di Zanotti sembrerebbe paradigmatica della situazione dell'ITC: un ente privo di autonomia e incapace di esprimere una propria strategia. La riforma dovrebbe dare risposte a questa impasse dell'istituto. La comunita' locale chiede un istituto in grado di progettare il futuro non semplicemente di inventariare l'attivita' dei ricercatori controllonado le loro timbrature.
Segnalo a chi non lo sapesse che ieri Salvatori e' venuto qui a S.Michele per incontrare i docenti della scuola. Il risultato e' un nulla di fatto. E' stato ripetuto solo lo slogan: "paracadute" provinciale per i dipendenti e contratto privato (quale???????) per i nuovi assunti. Irritante.
Zanotti finalmente inizia a provare la frustrazione di noi ricercatori di essere estromessi dal processo di riforma. Nonostante avesse deciso di appoggiare la proposta di Salvatori, non aveva realizzato che in quel disegno lui non aveva ruolo, se non quello di garantire il consenso. Predisporre lo statuto della fondazione rientrera' fra le prerogative del commissario incaricato di avviare la fondazione. Solo in quella sede si decidera' chi avra' il ruolo formale di scrivere lo statuto della nuova fondazione.
Zanotti non ha compreso di essere nel "semestre bianco" periodo in cui sebbene si disponga del ruolo non e' possibile esercitarlo pienamente.
Quando si tratta di politica del personale il presidente ITC ha piena consapevolezza di essere nel semestre bianco. Non perde occasione di nascondersi dietro a questa scusa per non prendersi nessuna responsabilita' in fatto di gestione del personale.
La cosa incredibile è che tutti siano contrari alla riforma solo che nessuno ha il coraggio di dirlo apertamente per paura di chi sa che cosa. Se passerà la legge le leve del comando saranno tutte in mano alla politica, meglio allo assessore, e a quel punto non ci saranno prigionieri ma solo vittime. Compresi coloro che, per una ragione o per l'altra (Zanotti compreso) se ne sono stati zitti. Ma a nessuno viene in mente che con uno scatto di orgoglio e una presa di posizione pubblica questa finta riforma non avrebbe futuro? A Zanotti non viene in mente che potrebbe essere lui a guidare, con trasparenza, una vera riforma dell'Ente di cui è alla guida. Si dimentichi di chi lo ha messo in quel posto e come un cardinale, una volta papa, dimentica quel che è stato e a chi deve la elezione, cominci a fare il Presidente di un Ente il cui rpestigio dipende dai ricercatori e non dalla politica.
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