lunedì, maggio 23, 2005

Ineludibile


© BerlimBrasil

(riceviamo e volentieri pubblichiamo)

Da oltre un anno la discussione sul disegno di legge per il riordino della ricerca procede eludendo le ragioni forti della riforma. I ricercatori sono stati in grado di promuovere una approfondita riflessione sulla sfida della ricerca e dell'innovazione. Tuttavia le ragioni della riforma nulla hanno a che fare con ricerca e innovazione.

Non sono necessarie doti di veggenza per prevedere che nel medio termine le risorse disponibili per il bilancio provinciale sono destinate a ridursi. Si prospetta uno scenario in cui l'esercizio della politica sara' vanificato dalla mancanza di margini nell'esercizio del bilancio. L'intero bilancio della Provincia sara' infatti vincolato dalle spese per il personale, sul quale nessuna opzione politica e' possibile.

La privatizzazione degli enti di ricerca si colloca in un disegno strategico lungimirante teso ad esternalizzare alcune competenze. L'obiettivo e' scindere la funzione pubblica dalla gestione del personale per espletarla. ITC, IASMA, ITEA, APT sono solo alcuni esempi, altri ne seguiranno.

La politica potra' cosi' riappropriarsi dell'esercizio della discrezionalita' nell'esercizio del bilancio. Le risorse saranno quindi redistribuite sulla base dei criteri del bene comune. Ai nuovi soggetti privati il ruolo di saper gestire virtuosamente e con criteri di imprenditorialita' le fluttuazioni dei trasferimenti pubblici.

Queste sono le ragioni che a luglio porteranno il disegno di legge n.51/XIII a diventare Legge Provinciale. I ricercatori, sono certo, sapranno raccogliere questa nuova sfida.

a cura di un Consigliere della XIII Legislatura

4 commenti:

Anonimo ha detto...

NOn so chi sia il collega che scrive il commento di oggi. Ma una cosa è certa. La speranza di ottenere il risultato di una maggiore flessibilità nella gestione del personale e delle risorse va a infrangersi contro il fatto, ineludibile, che le nuove fondazioni sono private ma per finta. COn il risultato che, essendo enti pubblici nella sostanza, dovranno rispondere alle regole coessenziali della PA. Concorsi e contabilità pubblica. Mediti su questo il collega consigliere.
MAuro Bondi

Anonimo ha detto...

non si capisce soprattutto chi sarebbe il genio disponibile a investire in ricerca anche quando i dipendenti dovessero essere inquadrati in un contratto privato. I nostri nonni sapevano che i boschi erano proprietà collettiva proprio per la loro incapacità di produrre reddito nell'immediato e per evitarne uno sfruttamento inconsulto. Il nostro consigliere della XIII legislatura invece che preoccuparsi che gli stipendi dei pubblici dipendenti brucino tutte le risorse del bilancio si preoccupi di legisferare affinché non avvenga decidendo, se la situazione è ormai da lacrime e sangue, di conseguenza.
Non sembra peraltro che la Giunta se ne sia accorta se si guardano le delibere assunte ogni venerdì. A proposito 200.000 euro di solidarietà alla fondazione di Clinton, pur per la nobile causa della battaglia all'AIDS, sono forse troppi se siamo in questa situazione.
cittadino trentino

Anonimo ha detto...

Ma se le ragioni vere che secondo il consigliere porteranno alla chiusura di ITC e IASMA sono di natura economica, perchè non dirlo chiaramente?
La politica è (dovrebbe essere) trasparenza, o no? Trasparenti dovrebbero essere gli obiettivi e trasparenti i metodi per raggiungerli. o no? E a proposito di trasparenza non sarebbe meglio firmarsi visto che si ricopre un incarico pubblico? Non crede consigliere anonimo della XIII legislatura?

Anonimo ha detto...

Caro Consigliere della XIII legislatura, II^ dell'era Dellai ,... e I^ dell'era Salvatori: per favore ci vuol dire da che parte sta?

Se Lei milita in maggioranza, le sue informazioni dirette sulle vere ragioni della riforma sono piuttosto deludenti e contradicono tutte quelle inutili affermazioni che appaiono nei primi articoli della Legge. Cosa dobbiamo quindi pensare, noi addetti ai lavori che da oltre un anno cerchiamo di invitare la Politica e le forze imprenditoriali a ragionare davvero sul binomio ricerca-innovazione? Vogliamo una buona volta discutere e decidere insieme, "nel nome del bene comune", quali sono i bisogni e gli strumenti adeguati ad uscire dalla situazione attuale che vede la realtà trentina arrancare sul piano dell'Innovazione, non certo sul piano della Qualita' della Ricerca?

Ma forse Lei non appartiene al gruppo degli amici dell'Assessore e vuole comunicarci che anche per le minoranze, finora colpevolmente assenti da ogni dibattito sui contenuti di questa legge di riforma, la questione si puo' ridurre ad un artificio contabile, spostando centri di spesa fra un contenitore e l'altro, mescolando pubblico e privato come fossero ingredienti di un succulento piatto agrodolce?
Forse vi interessa solo dare qualche soldo in piu' all'Agenzia dello Sviluppo e alle Imprese, sacrificando in nome del bene comune i "bravi ricercatori"?

Ma chi Le assicura che le nuove fondazioni private potranno funzionare quando la maggior parte dei Ricercatori di ruolo saranno inglobati nel Ruolo unico provinciale, e solo "comandati" a lavorare per un Ente privato?
Ha qualche informazione diretta dai suoi amici anche su questo tema?