lunedì, maggio 09, 2005
Silenzio
© Denn
E' trascorso un anno dalla presentazione del disegno di legge sul riordino della ricerca. Un anno connotato da un silenzio "assordante" dei dirigenti di ricerca. Il dibattito pubblico ha visto assessore, sindacati, docenti universitari, artigiani, industriali, ... prendere la parola. I dirigenti di ricerca no.
Da una parte si potrebbe dedurre che l'attuale assetto degli enti di ricerca non garantisce una vera autonomia. Il silenzio dei dirigenti di ricerca sembra denotare un ricatto latente che impedisce loro di esprimersi liberamente. Una buona ragione per sostenere un riordino del sistema.
Dall'altra parte i dirigenti di ricerca non prendono una posizione palese a favore della riforma che nelle intenzioni dovrebbe restituire loro autonomia ed indipendenza. Un indizio che la riforma forse promette piu' di quanto e' in grado di garantire. Una riforma quindi dagli esiti incerti.
In entrambi i casi una situazione paradossale: dirigenti di ricerca, chiamati ad esprimersi nelle conferenze internazionali o in comitati europei, non hanno diritto di parola nella comunita' in cui vivono, quella Trentina.
Uhm... la faccenda e' seria.
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2 commenti:
La faccenda e' proprio seria se neanche in forma anonima i dirigenti di ricerca non trovano il coraggio di esprimersi. L'assenza di commenti e' inequivocabile. Ce ne fosse stato qualcuno poteva almeno esserci il beneficio del dubbio.
Si dice in giro che l'assessore alla ricerca sia un tipo che non va molto per il sottile nell'avvertire, anche personalmente, dei rischi che corrono i ricercatori che si espongono contro il suo, solo suo, disegno di legge. Ma la mancanza di voci a sostegno è un chiaro segnale di quanto poco sia condivisa la proposta di legge.
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