mercoledì, ottobre 10, 2007

Conflitti e Trasparenza


© leftyfb

Due giorni fa il presidente della Fondazione Kessler su L'Adige (link) negava che vi fosse un problema di trasparenza all'interno della propria organizzazione, nonostante il giornalista menzionasse questo blog come evidenza del contrario.

Ieri Bruno Caprile, ricercatore e membro del CdA di FBK, propone un interessante post su conflitto di interessi e trasparenza (link). Ovviamente nessun riferimento esplicito alla Fondazione Kessler. Tuttavia si ribadisce che gli inevitabili conflitti di interesse che necessariamente nascono nell'amministrazione di una istituzione di ricerca possano essere gestiti solo se vi e' trasparenza. Facendo riferimento ad un caso che ha coinvolto National Institute of Environmental Health Sciences (NIHES) si chiarisce che trasparenza non e' un concetto astratto ma si traduce nel rendere pubblici tutti gli atti amministrativi affinche' terze parti possano formulare un giudizio informato sul governo di un istituto di ricerca.

Possiamo concludere che l'esigenza di maggior trasparenza non e' esclusiva di questo blog ma anche del CdA stesso, o almeno di una sua parte. In ogni caso non puo' essere liquidata come una sterile polemica di alcuni ricercatori.

24 commenti:

Anonimo ha detto...

Assolutamente d'accordo. La trasparenza è ciò che segna la differenza tra una società sana e una malata. E da questo punto di vista la società trentina non è meglio di quella romana, nonostante i trentini amino pensare di essere migliori.

Anonimo ha detto...

Io sono convinto che Zanotti sia genuinamente convinto di essere trasparente. E forse il problema sta proprio qui.

Anonimo ha detto...

Questo parlare di trasparenza mi ha fatto tornare in mente ciò che diceva Norberto Bobbio a proposito della democrazia come trasparenza, come "governo pubblico in pubblico" che si oppone alla cortina ideologica degli inganni e alla rapacità del potere.

Anonimo ha detto...

Mi ricollego anche al post precedente sul contratto e sulle stabilizzazioni. Fino alla firma del contratto, sul rinnovo o meno dei contratti in scadenza, la fondazione Kessler ha agito unilateralmente, adottando criteri intuibili ma certamente non trasparenti e probabilmente discutibili. Con la firma del contratto la materia diventa oggetto di concertazione fra fondazione e sindacato: maggiore chiarezza pare obbligata.

Anonimo ha detto...

Floriano, secondo me le cose non cambieranno per il semplice motivo che la concertazione riguarda solo il percorso di stabilizzazione e non il rinnovo o meno dei contratti a termine. Si tratta di due cose collegate ma separate e distinte.

Anonimo ha detto...

a proposito di trasparenza e di scelte che per Zanotti (leggi intervista Adige) non sono in discussione, qualcuno conosce i termini del contratto di Dalla Torre? Per curiosità se non per trasparenza. Ci appelliamo a Salvatori che certamente legge questo Blog e certamente conosce i termini contrattuali di cui sopra.

Anonimo ha detto...

Il contratto di lavoro individua un insieme di lavoratori "stabilizzabili" e prevede che i processi di stabilizzazione siano concertati. Mi pare consequenziale che la fondazione non possa decidere arbitrariamente, per ciascun "stabilizzabile", se riassumerlo o meno (e con che forma) in scadenza di contratto ma che questa decisione debba essere basata su criteri ben definiti e condivisi fra fondazione e sindacato.

Anonimo ha detto...

Floriano, dimentichi che il contratto dice che le persone con piu' di 7 anni di anzianita' possono essere assunte soltanto a tempo indeterminato. Ma le fondazioni possono anche decidere di non assumerle per nulla.

Anonimo ha detto...

Lo schieramento del presidente FBK e di Bruno Caprile in tema di trasparenza e' noto. Sarebbe interessante conoscere la posizione dei rimanenti membri del CdA.

Anonimo ha detto...

Il contratto (art. 73 comma 2) prevede la concertazione anche del processo di assunzione per i lavoratori con più di 7 anni di anzianità. Quindi la decisione se assumere a tempo indeterminato o lasciare a casa un lavoratore non può essere, nemmeno in questo caso, unilaterale da parte delle fondazioni ma deve avvenire secondo regole trasparenti e condivise.

Anonimo ha detto...

Floriano scendi dal pero;-)
Non peccare di ingenuita'. Da che mondo e' mondo, prima si decide chi "stabilizzare" e poi si trovano a posteriori i criteri che soddisfano proprio solo quei candidati. Quelli diverranno i criteri "trasparenti" e "condivisi".

Anonimo ha detto...

Silvio, visto che hanno votato il regolamento che permette solo al presidente di parlare dobbiamo presumere che i componenti del CdA siano d'accordo con Zanotti. O, piu' probabilmente, non si sono mai fermati a riflettere sulla questione ma hanno preso atto della decisione di Zanotti (come probabilmente e' avvenuto nel 99,9% delle decisioni visto che come unica fonte di informazione hanno Zanotti e senza la possibilita' di ascoltare voci diverse e' difficile prendere una decisione consapevole).

Anonimo ha detto...

Un dubbio. Qual e' il ruolo del consiglio scientifico FBK all'interno di tutto il lavoro sulla riorganizzazione scientifica che si sta facendo? Finora non mi pare sia stato coinvolto e la cosa mi lascia perplesso. A cosa serve avere un consiglio scientifico se non dice qualcosa in situazioni come questa? Ratifichera' semplicemente il lavoro del building team?

Anonimo ha detto...

Alberto travisi sempre il ruolo e lo scopo degli organi istituzionali. Il consiglio scientifico non e' un organismo di controllo a beneficio dei cittadini o dei ricercatori che non siano i "capetti". Il consiglio scientifico e' un organo ad unico beneficio del presidente e del CdA per aiutarli a prendere decisioni su cose di cui non sano nulla. Che poi ritengano invece di saperne e non lo consultino e' un altro paio di maniche. Scherzi a parte, mi risulta che in modo"consociativo" abbiano concordato ex-ante le linee con cui definire le attivita' quindi la verifica c'e' gia' stata. Che cosa abbiano verificato, non chiedermelo!

Anonimo ha detto...

Ricordo a tutti l'appuntamento di Venerdi 19 ottobre 2007, alle 12.45, nella sede di Povo:
è previsto il momento di ufficializzazione del marchio e di aggregazione per tutto il personale con un buffet che, in quel
giorno, potrà sostituire il servizio mensa!

Anonimo ha detto...

E venerdì verrà sancita anche la morte ufficiale dei centri (IRST, ISIG, ISR). Senza che nessuno abbia qualcosa da ridire. Capi e capetti hanno sempre pensato solo alla loro poltrona e poco alle conseguenze delle operazioni che hanno avallato.

Anonimo ha detto...

Personalmente non ritengo la scomparsa del marchio IRST una grave perdita. Stiamo parlando di un istituto di ricerca che non ha saputo esprimere un direttore degno di tale ruolo. Certe volte ha valore anche riconoscere di aver sbagliato e chiudere le esperienze che non funzionano. A mio parere il problema dell'IRST era irrisolvibile oppure qualcuno crede che vi fosse la possibilita' veramente di trovare il modo di gestire la nomina di un direttore che godesse poi pienamente del ruolo?

Anonimo ha detto...

Z. e' stato nominato dal Cda 2003, direttore facente funzione del Centro, dal 1. dicembre 2003, in seguito alle dimissioni di Aiello. Poi e' rimasto.
Se errore c'e' stato, la correzione si faceva sollevando la persona, eventualmente, e non abolendo la posizione...

Anonimo ha detto...

Da questo punto di vista la storia dell'ITC e' un capolavoro: per cambiare il direttore Stringa si e' cambiato lo statuto, non avendo il coraggio di cambiare i capi divisioni si sono eliminate le divisioni, per eliminare il direttore dell'IRST si elimina l'IRST, per accogliere Salvatori si crea l'ufficio trasferimento tecnologico e poi una volta licenziato si elimina anche il relativo ufficio, per accogliere Dalla Torre si introduce la figura del segretario generale nello statuto (assolutamente atipica e assente in istituzioni analoghe) ma poi cambia idea e quindi il ruolo resta vacante.

Anonimo ha detto...

Vorrei approfittare di questo spazio per ringraziare Gianni Bonvicini. A lui dobbiamo se negli ultimi cinque anni l'IRST e' stato "guidato" (?) da Mario Zen. Io sono dell'idea che le responsabilita' sono sempre personali. In Italia c'e' questo vezzo di non dare nome e cognome ai malanni e alle sventure. E pensare che Bonvicini era convinto di aver avuto un'idea geniale nel promuovere Zen una volta che Aiello aveva rassegnato le dimissioni.

Anonimo ha detto...

Dimenticavo. Scommettete che prossimamente ci sara' un aggiustamento dello statuto che elimina o ridefinisce la figura del segretario generale? E' solo questione di tempo.

Anonimo ha detto...

Commento del 22 settembre:

Stefano ha detto...
Nessuno commenta il nuovo incarico al ex-direttore IRST come responsabile del traferimento tecnologico?

Anonimo ha detto...

A proposito:

14 settembre 2007 - Il CdA considerato il quadro disegnato dalla legge provinciale n. 14 in ordine ai player coinvolti nel processo relativo al trasferimento tecnologico ed alla valorizzazione dell'attività di ricerca, ha deciso di assumere sul tema una propria linea di indirizzo affidandone l'istruttoria e la formulazione di una proposta al dr Mario Zen, già direttore di ITC-irst. Entro un mese il dr Zen dovrà elaborare una proposta organica in merito.

Si sara' ricordato di farlo?

Anonimo ha detto...

Tuttora mi chiedo se il nostro ex direttore ha terminato il suo incarico sulla formulazione di una linea di indirizzo per il trasferimento tecnologico e per la valorizzazione dei risultati e se, in tema con il post ed il blog, ci sara' dato di sapere qual e' tale indirizzo (che ovviamente sara' recepito e fatto proprio dal CdA, come tutti gli altri documenti).