mercoledì, luglio 18, 2007

The Scientist


© ChrisMatta

Anche oltre oceano di questi tempi si stanno domandando come gestire la valutazione della ricerca. E se la Fondazione annuncia di voler introdurre la tenure, in America The Scientist si pone la domanda se debba essere cambiata. Anzi, lo chiede ai lettori.

Se siete interessati a seguire la discussione e a fornire il vostro contributo potete guardare qui.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

The scientist fra le varie domande pone quella di una metrica omogenea per comunita' scientifiche che hanno indici di citazione eterogenee. La questione e' abbastanza critica per una istituzione come la Fondazione Kessler che raccoglie ricercatori che afferiscono a comunita' scientifiche dagli stili estremamente eterogenei. Nell'ambito tecnologico per esempio vi e' un effetto di dispersione della comunita' scientifica che non permette di valutare in modo appropriato il citation index.

Anonimo ha detto...

Se ho capito bene, i punti della discussione sono due: (i) i criteri di valutazione utilizzati sono efficaci? (ii) e' giusto avere un meccanismo di tenure?
A proposito della prima questione, direi che c'entra molto la ragionevolezza dei valutatori. C'e' sempre un fattore soggettivo nell'interpretazione dei criteri, anche quando ci si basa su dati quantitativi. Per la seconda questione, non riesco a capire quale possa essere l'alternativa. Una perenne precarieta'?

Anonimo ha detto...

A proposito di metriche per misurare la produttivita' scientifica dei ricercattori, vi segnalo l' h-index e sue varianti. E' una misura recentemente proposta per valutare la produttivita' individuale dei ricercatori. Qui un'implementazione.

Anonimo ha detto...

Alberto il problema della tenure e' di due tipi: 1) garantire l'indipendenza del ricercatore (nessun ricercatore potrebbe competentemente criticare la vicenda TuttoIP se fosse vincolato ad un contratto a tempo determinato), 2) garantire una ragionevole produttivita' sul lungo termine del ricercatore.
Dopo circa una ventina d'anni di IRST sarebbe interessante verificare quanti dei ricercatori assunti a tempo indeterminato in IRST siano ancora "ragionevolmente" produttivi o in grado di "mettere in moto" altri ricercatori piu' giovani.
Quale potrebbe essere una percentuale fisiologica di personale demotivato o "inattivo"?

Anonimo ha detto...

Luca, torniamo sempre alla questione di come valutare la qualita' della ricerca (e dei ricercatori). Questione su cui non mi pare di vedere indicazioni inequivocabili. Ci sono diversi parametri a disposizione ma tutti con qualche limite. E poi c'e' sempre il particolare non trascurabile che la valutazione costa parecchio.