giovedì, settembre 01, 2005
Brevetti
© AlanUK
(Riceviamo e volentieri pubblichiamo)
Riconosco che sono un giovane ricercatore privo ancora dell'esperienza di come "funziona" la ricerca e l'innovazione. Tuttavia vorrei condividere con voi una domanda cui non trovo risposta.
Recentemente, l'Unione Europea si e' pronunciata contro i brevetti software (personalmente lo considero un evento significativo). Nello stesso periodo la riforma del sistema della ricerca in Trentino ha sottolineato l'importanza dei brevetti come motore dell'innovazione.
Come si conciliano le due cose? Si puo' ignorare lo scenario europeo che "declassa" il software al solo copyright? Quali modelli sono perseguibili per la capitalizzazione del sapere alternativi a quello del brevetto?
Non ho trovato traccia di alcuna discussione su questi temi.
P.S. Se mi fossi perso qualche contributo importante vi invito a segnalarmelo.
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6 commenti:
Un'ipotesi e' che l'informatica cessi di essere il "core business" della fondazione a vantaggio di altre competenze. Quindi i brevetti non saranno necessariamente di natura software.
Piu' semplicemente sono convinto che argomenti come brevetti o innovazione siano stati affrontati in termini di slogan. Manca una seria riflessione su una strategia di capitalizzazione della conoscenza. Comunque a breve il presidente ITC dovrebbe incontrare il personale, potresti cogliere quest'occasione per chiarire quale strategia e' stata adottata per i brevetti.
Segnalo a chi fosse interessato all'argomento brevetti software nell'Unione Europea una serie di articoli pubblicati da lavoce.info: link.
Mi risulta anche che, sia a livello di istituzioni europee che di istituzioni trentine, ci siano dichiarazioni di intenti per favorire l'uso di software open source, soprattuto da parte di soggetti di utilita' pubblica. Di contro, l'irst sta diventano sempre piu' windows-centrico. Mah...
Tempo fa era stata costituita una commissione composta di ricercatori per redigere un documento sul problema dei brevetti. Come spesso accade in questo istituto, sembra che tutto sia stato insabbiato. Dovrebbe comunque esistere un documento che illustra il panorama delle possibili strategie da adottare per la salvaguardia della proprieta' intellettuale. Il direttore dell'IRST dovrebbe averne copia.
Ho appena scoperto per caso una nuova pubblicazione de Il Mulino in collaborazione con l'ITC che potrebbe essere rilevante:
Ricerca scientifica pubblica, trasferimento tecnologico e proprieta' intellettuale (a cura di R. Caso)
Pero' non ho trovato indicazioni sugli autori degli articoli contenuti nel volume.
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