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Un nodo centrale della fase attuativa della legge 14/2005 sul riordino del sistema ricerca trentino e' la definizione di un nuovo contratto di lavoro per i ricercatori.
Dopo sei mesi dall'approvazione della legge:
- Zanotti (presidente ITC) Comunica ai ricercatori che contro la sua volonta' la definizione del nuovo contratto di lavoro procede a rilento ("gli impegni di Treu e Salvatori impediscono una gestione dei lavori piu' spedita").
- Treu (consulente PAT) Comunica che il suo ruolo si e' esaurito mediante l'elaborazione del documento con le linee guida (link) per il contratto della ricerca (ritenuto troppo vago dalle rappresentanze sindacali).
- Salvatori (assessore PAT) Comunica che la definizione del contratto di lavoro per i ricercatori delle future fondazioni e' stata demandata agli enti (quindi a Zanotti).
12 commenti:
Leggendo le linee guida di Treu forse qualcuno potrebbe obiettare se siano commensurabili con l'entita' del suo compenso (mi sembra che recentemente in Provincia qualche dirigente abbia osato mettere in discussione l'operato di questi super-consulenti).
Effettivamente dopo il recente comunicato delle RSU mi stavo domandando chi in questo momento avesse la responsabilita'/delega di definire il contratto dei ricercatori. In questo momento mi sembra che sia Zanotti quello con il cerino in mano. Ne e' consapevole?
Non mi stupirei che il presidente assegnasse a Dalla Torre questo ruolo. Il suo incarico era volutamente generico per usarlo come capro espiatorio per le grane che emergeranno da qui alla nascita della fondazione. Altro che portaborse, professione "capro espiatoro".
Tra queste centinaia di ricercatori ce n'e' una buona meta' che vede nel contratto una tappa verso la stabilizzazione della sua posizione precaria, cosi' come promesso dagli organi provinciali negli incontri col personale precedenti l'approvazione della legge.
Intanto all'ITC l'emorragia di precari continua ed il numero di stabilmente disoccupati aumenta.
Qualcuno e' in grado di fornire il numero approssimativo di persone che negli ultimi 24 mesi hanno lasciato l'IRST?
Floriano, la stabilizzazione dei precari e' innanzitutto una questione di volonta' politica. Usare la mancanza di un accordo sul contratto per giustificare la mancanza di una decisione sulle prospettive da offrire ai precari e' solo un modo per sfuggire alle proprie responsabilita'. Spero che nessuno voglia credere a questi trucchetti.
Dati ufficiali attendibili su quanti se ne sono andati non ce ne sono, nonostante siano stati chiesti all'amministrazione ITC. Direi che, soltanto nella divisione TCC, almeno 10 persone se ne sono andate da meta' 2004. Indicazioni su cos'e' successo nelle altre divisioni dell'IRST?
Nella divisione SRA oggi lavorano circa 20 persone in meno rispetto all'anno scorso.
Alberto, sono d'accordo con te che la stabilizzazione c'e' solemente se alla base esiste la volonta' politica di farla.
La mia nota era volta a segnalare come, nonostante i vertici provinciali abbiano piu' volte affermato di voler stabilizzare i precari e abbiamo indicato la legge come strumento di stabilizzazione, nei fatti stia succedendo l'opposto.
Non vorrei deludere Alberto e Floriano ma e' importante ricordare che il piano di stabilizzazione dei precari e' vincolato al riposizionamento scientifico degli enti. Piu' volte e' stato ribadito in modo chiaro (anche da Dellai nella sua ultima chat di novembre) che prima si vuole capire quali sono i programmi scientifici e poi si provvedera' ad acquisire il personale. Di questo atto dovuto (il riposizionamento scientifico dell'ente) se ne parla poco e i ricercatori vi stanno prestando poca attenzione. Il tavolo predisposto per la riorganizzazione non ha questo obiettivo. Nessuno sta monitorando questo processo. I capi divisione, se vi stanno lavorando, non lo stanno facendo in modo molto trasparente. Non e' quindi il contratto di lavoro a costituire un vincolo alla stabilizzazione dei precari ma una programmazione scientifica di medio-lungo periodo. La latitanza su questo punto sembra non aiutare il contenimento della fuga del personale che approssimativamente ha gia' raggiunto quasi il centinaio dipersone negli ultimi 12-24 mesi.
A proposito di riposizionamento scientifico e' piu' di un anno che il presidente ripropone il suo tormentone delle "scienze della vita". Che io sappia pero' non c'e' ancora uno straccio di documento dove nero su bianco si delinei una strategia, degli obiettivi.
La valutazione di Silvio non e' corretta. E' in atto un processo di riposizionamento scientifico portato avanti pero' da ciascun capo divisione in modo disaggregato.
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