mercoledì, novembre 09, 2005
Precari
© NaOH
(Riceviamo e volentieri pubblichiamo)
Lunedi 7 novembre nella sede dell'IRST ha avuto luogo una assemblea sindacale (CGIL) rivolta al personale precario. Io, ricercatore precario, ho capito quanto segue.
1. La definizione del contratto collettivo di lavoro per i ricercatori non potra' essere negoziato prima della costituzione della fondazione; la definizione di un contratto collettivo di lavoro senza precedenti in Italia ed Europa richiedera' molto tempo, non certo poche settimane o pochi mesi.
2. I primi contratti di lavoro stipulati dalla fondazione saranno per i dirigenti: contratti "ricchi" ed individuali.
3. Il personale di ricerca verra' temporaneamente dirottato alla Provincia in attesa della definizione del contratto collettivo (per essi all'inizio non si porra' quindi alcuna scelta).
4. Il personale precario restera' precario con l'alibi che la fondazione preferira' aspettare il contratto collettivo di lavoro prima di acquisire in modo strutturato propri ricercatori.
Morale. Una riforma concepita per dare risposte al precariato della ricerca (almeno cosi' si e' piu' volte argomentato in modo demagogico) diventera' operativa senza dare una risposta a noi precari.
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4 commenti:
Dobbiamo aver assistito a due assemblee diverse perche' la mia interpretazione delle cose dette durante l'incontro e' piuttosto distante dalla tua. Appena ho un attimo di tempo provo a inviare un messaggio piu' dettagliato.
Non perdere tempo a scrivere l'esegesi di un'assemblea sindacale. Nel post ci sono 4 "statements". Dimmi semplicemente quali ritieni falsi.
Non voglio fare l'esegesi dell'assemblea, pero' e' necessario chiarire alcune cose se vogliamo capirci.
1. E' vero che formalmente il contratto verra' negoziato con le fondazioni. Pero' l'assessore ha dato a ITC e IASMA pieno mandato per discutere del contratto e il confronto sul contratto iniziera' tra breve. Ovviamente la contrattazione non sara' questione di settimane ma, visto che secondo il presidente Zanotti la fondazione Kessler non partira' prima di fine giugno 2006, c'e' tempo per discuterne. E il messaggio uscito dall'assemblea e' stato: non sara' facile, ma impegnamoci e lavoriamo per firmare un buon contratto in tempo utile.
2. L'osservazione sui contratti dei dirigenti della futura fondazione era stato solo un inciso polemico. Concentrarsi su questo punto rischia di far perdere di vista le questioni piu' importanti.
3. Mi sembra prematuro fare un'affermazione del genere. Rimaniamo a cio' che dice la legge (all'articolo 28, se non erro) e al fatto che si dovra' firmare un protocollo di intesa per stabilire tempi e modi della scelta da parte del personale a tempo indeterminato per il passaggio alla fondazione.
4. Nel corso dell'assemblea e' stato detto chiaramente che bisogna separare due questioni. Da una parte, il contratto di lavoro delle fondazioni; dall'altra, la scelta da parte delle fondazioni di chi avra' un contratto a tempo indeterminato. Il fatto che alcuni capi divisione leghino le due questioni e' solo per cercare un alibi (la mancanza del contratto) dietro il quale nascondersi per non prendere una posizione chiara nei confronti delle persone con cui lavorano.
Morale. Sono anch'io dubbioso che la riforma possa dare risposte ai problemi dei precari, ma non e' trasmettendo messaggi fuorvianti che si migliora la situazione. Secondo me, il messaggio dell'assemblea e' stato: cerchiamo di lavorare per fare un buon contratto, per ottenere chiarezza e garanzie rispetto a come avverra' la stabilizzazione dei precari nella fondazione e per ottenere maggiori garanzie e tutele per coloro che resteranno precari anche nella futura fondazione. Nessuno di questi obiettivi sara' facile da raggiungere, ma bisognera' impegnarsi per farlo. Lo dico e ci credo, altrimenti non continuerei a fare cio' che faccio.
Credo che lavorare per cercare di ottenere i 3 obiettivi che indica Alberto e cioe'
(1) buon contratto
(2) stabilizzazione dei precari
(3) maggiori garanzie per chi sara' precario nella fondazione
possa essere il compito del costituendo "gruppo di lavoro sindacale". Concordo che quello che si otterra' dipendera' anche da quanto siamo disposti ad impegnarci.
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