venerdì, luglio 29, 2005

Storia


© Lecasio

La storia, e' noto, e' scritta dai vincitori. La nuova legge di riordino del sistema della ricerca e' quindi presentata sui quotidiani come una grande riforma. Una riforma scaturita da un consenso unanime (ricordiamo che l'opposizione non ha votato contro). Una riforma capace di avviare il motore dell'innovazione inteso come produzione di nuova occupazione e maggiore benessere. Una riforma che finalmente marginalizza la frangia dei ricercatori sindacalizzati e valorizza l'eccellenza dei giovani. Una riforma che risolve il problema dell'anello mancante fra mondo della ricerca e mondo della produzione, fra Universita' e aziende. Non resta che pazientare e dare il tempo a questa legge di maturare i suoi frutti.

C'e' poi un'altra storia, quella con la "s" minuscola, raccontata dai testimoni che non si legge sui quotidiani. Una storia che potrebbe essere riassunta brevemente per punti:

  • Una riforma che non ha saputo articolare nessun dibattito in aula, fatta eccezione per il soliloquio del consigliere Bondi. Una unita' di intenti e di pensiero talmente omologata da essere sospetta.
  • Una riforma approvata esibendo un decisionismo ed una volonta' politica inversamente proporzionale al potere elettorale dei destinatari della legge. Ricerca e innovazione come alibi per un governo che, nonostante una forte maggioranza in consiglio, non aveva ancora saputo promuovere una riforma.
  • Una riforma che negli obiettivi si propone di colmare la distanza fra ricerca e innovazione ma che ha visto tra i grandi assenti proprio l'Universita' e il mondo delle imprese. Il loro silenzio durante l'iter del ddl 51/XIII basterebbe da solo a mettere in discussione ogni aspettativa di successo del nuovo ordinamento.
  • Una riforma che promuove la Provincia, e quindi il governo pubblico, nel ruolo di regista e non di arbitro della sfida della ricerca e dell'innovazione. La presunta efficienza dell'assetto privatistico della fondazione sara' quindi vanificato da una regia che resta pubblica, sia nei tempi sia nelle sue dinamiche.
  • Una riforma approvata sulla base di figure retoriche quali innovazione, eccellenza, sviluppo, efficienza. Nessun consigliere ha sollevato il problema di quale semantica condivisa attribuire a queste categorie(*). Vengono a mancare quindi le premesse per valutare se questa legge sara' efficace.
A ciascuno scegliere la storia in cui credere.

(*) La politica non ha definito quale modello di ricerca, innovazione e sviluppo intende promuovere in Trentino: incrementare il numero di nuove aziende ad alto contenuto tecnologico? oppure potenziare la crescita delle aziende esistenti? capitalizzare la conoscenza mediante brevetti? o capitalizzare la conoscenza mediante la valorizzazione delle persone? ... la risposta a queste domande e' premessa fondamentale per decidere quali indicatori adottare per misurare i risultati della riforma. Senza questa chiarezza, un assessore trovera' sempre una statistica rispetto alla quale il Trentino e' nella 69-esima posizione.

9 commenti:

Anonimo ha detto...

Non bisognera' attendere molto per conoscere il vero destino di questa riforma: si tratta di attendere le nuove nomine ai vertici amministrativi e scientifici delle fondazioni. Vedremo se a guidare le fondazioni saranno chiamati gli "yes men" che non hanno avuto il coraggio di prendere posizione sulla riforma o se invece si selezionera' una nuova classe dirigente in grado di esprimere in modo indipendente il punto di vista della ricerca.

Anonimo ha detto...

Non credo ci siano dubbi sull'esito delle nomine. Se da una parte si stigmatizza la 69-esima posizione dall'altra si confermera' la fiducia alla dirigenza che ha prodotto questi risultati. Il fallimento infatti e' riconducibile alla frangia sindacalizzata di ricercatori che finalmente la riforma provvedera' ad eliminare. Ai dirigenti invece l'alibi dei lacci e lacciuoli della pubblica amministrazione dai quali ora saranno affrancati.

Anonimo ha detto...

Mi sembra ci sia un'enfasi eccessiva sulla malafede di chi ha operato questa riforma. Questa vena pervasiva di pessimismo nuoce alla ricerca e ai ricercatori. Non vorrei essere frainteso citando Berlusconi con la figura della "profezia che si avvera". Credo servirebbe maggiore fiducia e ottimismo per intepretare il nuovo scenario nel quale saremo chiamati ad operare come ricercatori.
La situazione era diventata insostenibile ed eravamo tutti concordi che fosse necessario cambiare.

Anonimo ha detto...

Concordo con l'intervento di Bruno.

Anonimo ha detto...

Non concordo per nulla con l'intervento di Bruno. Se voi foste stati presenti alla discussione sulla riforma in Consiglio provinciale, sareste anche voi pessimisti. E parte del mio pessimismo deriva anche dalla quasi totale assenza dei ricercatori durante la discussione, come se questa cosa non li riguardasse.

Anonimo ha detto...

Piu' che ottimismo o pessimismo secondo me occorrono pragmatismo e concretezza. La riforma Salvatori e' legge e da qui occorre (ri)partire. La dirigenza ITC (politica e scientifica) e' chiamata con urgenza a concretizzare un piano di riorganizzazione scientifica e di gestione del personale, a partire dagli atipici. I vertici politici provinciali hanno dato, durante l'incontro di un mese fa in IRST, ampie rassicurazioni che la riforma portera' prospettive positive per gli atipici, chi c'era lo ha sentito. A noi il compito di pungolare e vigilare affinche' gli impegni si concretizzino rapidamente.

Anonimo ha detto...

Mi riconosco nel pragmatismo di Floriano. Il primo passo e' dirimere l'ambiguita' intorno al processo di riorganizzazione: da una parte il presidente che ufficialmente sostiene essere gia' partito e dall'altra i capi divisione che ufficiosamente smentiscono. Chi mente?

Anonimo ha detto...

Qualcuno ha avuto modo di capire a quale classifica facesse riferimento l'assessore quando riportava la 69-esima posizione del Trentino come risultati della ricerca?

Anonimo ha detto...

Nel sito della provincia (www.provincia.tn.it), nella sezione "Primo piano" c'e' il link ad un comunicato stampa che parla di 69-esimo posto "in quanto a potenzialità innovativa del territorio, misurata da Richard Florida, uno dei massimi esperti del settore, utilizzando tre indicatori: presenza di industria high tech, capacità brevettuale, diffusione delle tecnologie di comunicazione)." Con una ricerca su internet non sono purtroppo riuscito a trovare ulteriori notizie su questo studio.