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Tutto inizia il 18 maggio con un articolo [pdf] dell'Associazione Software Libero che segnala come il Centro Microsoft di Trento, il CoSBi, non distribuisca in open source il risultato delle proprie ricerche, nello specifico due strumenti software BetaWB e Cyto-Sim. Il problema si pone in quanto da una parte vi e' un finanziamento per la maggior parte pubblico e dall'altra un soggetto privato.
Il problema della proprieta' intellettuale e del suo sfruttamento economico e' ben noto all'Universita' che pochi giorni dopo il 23 maggio 2007 organizzava un incontro sul tema "Il valore dell'informazione brevettuale per la ricerca e l'innovazione". L'evento seguiva un'analoga iniziativa dell'Agenzia dello sviluppo "Il brevetto come scelta vincente per il ricercatore".
Ma come proteggere l'"invenzione" software in un panorama come quello europeo che sta ancora dibattendo se il brevetto sia lo strumento idoneo per promuovere l'innovazione? L'atteggiamento prudenziale di non distribuire in open source i risultati della ricerca del CoSBi protegge maggiormente l'Universita' o una multinazionale americana dove il brevetto software e' riconosciuto?
Il forte investimento pubblico in Trentino nell'area dell'Information Technology richiederebbe un confronto maggiormente vivace. Il legame tra ricerca ed innovazione non puo' prescindere dai modelli di protezione e condivisione della conoscenza. Il capitale umano e il capitale sociale, per restare in tema con il Festival dell'Economia, dipende anche da queste politiche sulla proprieta' intellettuale.
Spiace che nella replica del 26 maggio 2007 affidata al quotidiano l'Adige [pdf] il direttore del Cosbi si sia difeso dicendo che il software e' distribuito gratuitamente. Se il mondo della ricerca deve abilitare l'e-Society e' bene non alimentare maliziosamente l'equivoco che "gratuito" implichi "open source" o viceversa.